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Si è conclusa domenica 1 novembre la mostra Daniel Buren. Illuminare lo spazio, lavori in situ e situati, il progetto site-specific a cura di Lorenzo Giusti ideato dall’artista francese per la Sala delle Capriate di Palazzo della Ragione, per il terzo anno consecutivo sede estiva della GAMeC.
L’antico salone consiliare nel cuore della Città Alta si prepara ad accogliere a giugno 2021 l’intervento dell’artista brasiliano Ernesto Neto.
50.443 i visitatori che in poco più di tre mesi hanno raggiunto la Sala delle Capriate: le fibre ottiche di Buren hanno ridefinito gli ambienti storicamente destinati all’amministrazione e all’esercizio della giustizia cittadina, gettando “nuova luce” sulle antiche forme del Palazzo e sugli affreschi in esso conservati, staccati dalle facciate delle case e dalle chiese dell’antico borgo urbano e qui collocati negli anni Ottanta del Novecento.
Dall’incontro tra un gruppo di interventi “in situ”, immaginati appositamente per lo spazio della sala, e una serie di lavori “situati”, adattati cioè agli spazi del grande salone ma idealmente trasferibili in altri contesti, è nato il progetto di Buren per la città di Bergamo, che per la prima volta ha aperto le porte al pensiero e alla creatività del celebre artista francese affidandogli la rilettura di uno dei suoi luoghi storici più rappresentativi.
La mostra – realizzata grazie al contributo dei Soci Fondatori, il Comune di Bergamo e TenarisDalmine, e di importanti sostenitori come Fondazione UBI, Bonaldi Motori, Carvico, Barcella Elettroforniture, Italgen – ha rappresentato un segnale evidente della volontà del museo di supportare la comunità di Bergamo nella delicata fase della ripartenza.
La presentazione di un nuovo, importante progetto espositivo di respiro internazionale all’interno di un luogo simbolo della città italiana maggiormente colpita dalla pandemia ha assunto una forte valenza simbolica come segno di rinascita, oltre a portare con sé un connaturato valore artistico.
Il successo del progetto è stato confermato anche dalla stampa nazionale: numerosi i giornalisti e critici italiani che hanno espresso apprezzamento per l’emozionante progetto espositivo inaugurato poco dopo il lockdown, simbolo del coraggio di Bergamo e della costante ricerca di una nuova vitalità.

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