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È stata inaugurata giovedì 21 giugno presso la hall della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS la mostra fotografica di Odino Vignali, operatore dell’Associazione Medici per i Diritti Umani, intitolata “Un camper per i diritti”.

Presenti all’incontro per i saluti istituzionali Antonio Gasbarrini, Preside della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica e Marco Elefanti, Direttore Generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.

La mostra è stata presentata da Alberto Barbieri, medico e coordinatore generale di Medici per i Diritti Umani.

Sono intervenuti inoltre Odino Vignali, autore degli scatti e Massimo Fantoni, Ricercatore dell’Università Cattolica e Direttore UOC Emergenze Infettive della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e medico volontario della clinica mobile “Un camper per i diritti” di Medici per i Diritti Umani.

L’evento è stato moderato dalla giornalista Eleonora Camilli.

MEDU è un’organizzazione umanitaria e di solidarietà internazionale costituitasi nel 2004 con l’obiettivo di curare, testimoniare e, a partire dalla pratica medica, denunciare le violazioni dei diritti umani e in particolare l’esclusione dall’accesso alle cure.

MEDU opera in Italia – in Sicilia, Calabria, Lazio, Toscana e Piemonte- con progetti rivolti a persone socialmente vulnerabili, persone senza dimora o che vivono in insediamenti precari, siano esse italiane, migranti o rifugiate. All’estero è presente in Ucraina, Niger, Egitto, nei Territori occupati Palestinesi e in Israele.

La clinica mobile “Un camper per i diritti”, oggetto della mostra, percorre le strade di Roma da quasi venti anni con l’obiettivo di raggiungere i gruppi di popolazione più vulnerabili che vivono in strada o presso insediamenti informali. La clinica opera in orario serale, fornendo assistenza sanitaria e orientamento socio-legale per favorire la conoscenza dei diritti e l’accesso ai servizi territoriali. L’intervento prevede la presenza di un team multidisciplinare – composto da un coordinatore di progetto, un coordinatore clinico, due mediatori linguistico-culturali e un logista – e di un ampio gruppo di volontari, tra cui medici e operatori socio-legali. 

Molti tra i pazienti raggiunti da MEDU infatti, non accedono ai servizi socio-sanitari, pur avendone diritto. La mancanza di informazioni, la condizione di isolamento e marginalità, barriere linguistiche, ostacoli burocratici a volte insormontabili, la paura – per alcuni – di essere segnalati perché irregolari allontanano proprio le persone più vulnerabili dall’accesso alle cure. Per questo motivo, informare e orientare in modo efficace e culturalmente sensibile le persone raggiunte rappresentano aspetti salienti dell’azione di cura, così come testimoniare e denunciare le violazioni dei diritti umani e l’esclusione dal diritto alla salute.  La collaborazione con i servizi socio-sanitari pubblici è parte della mission di MEDU, in un’ottica di sussidiarietà e mai di sostituzione.

“Sono tantissime le risorse in termini di competenze, energie e sensibilità che rendono Il Gemelli un ospedale unico;” – afferma Marco Elefanti. “Questa mostra organizzata da MEDU, con la collaborazione di alcuni nostri medici volontari è una delle numerose iniziative estremamente meritevoli che sposa perfettamente la grande missione che ha il nostro Policlinico: rispondere ai bisogni di assistenza di un pubblico non solo territoriale che ogni giorno si rivolge a noi.”

“Ringrazio Medu per aver scelto il Gemelli come il luogo ideale per presentare attraverso la mostra questa lodevole iniziativa sociale. In particolare ringrazio i nostri medici e tutto lo staff che opera con MEDU per farsi carico ogni giorno dei problemi di salute delle persone che vivono ai margini della società” – dichiara Antonio Gasbarrini. “Un medico non può sottrarsi dal ricoprire un ruolo anche sociale di sostegno e aiuto clinico a tutte quelle persone che manifestano un bisogno di salute. In una sanità sempre più tecnologica le nuove generazioni di medici devono sempre dedicare attenzione e cura al mondo dei cosiddetti fragili. Va in questa direzione la nascita di una “commissione solidarietà, che ho fortemente voluto, presso la Presidenza della Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica, che sta seguendo oltre ottanta iniziative solidali e tra queste abbiamo scelto quella di MEDU. L’intento è far apprezzare ai futuri medici l’importanza di occuparsi delle condizioni di fragilità sociale. La formazione di un medico non passa solo nell’ambito dall’intelligenza artificiale, dalla robotica o dalle nanotecnologie se non collocate in questo contesto di cura. Per questo, ai giovani medici che frequentano la nostra scuola di specializzazione, consigliamo un percorso di 6 mesi di esperienza solidale all’estero dove potersi confrontare con realtà difficili e rendersi conto che la cura della persona passa anche da piccoli atti sanitari.”

“Da molti anni svolgo attività volontaria sulla clinica mobile di MEDU” – dichiara Massimo – “e ho visto tanti insediamenti informali, da via Cupa a Ostiense, le occupazioni di ex-Penicillina, Spin-Time e Collatina, Stazione Termini e Stazione Tiburtina, etc. Le persone che vengono in contatto con gli operatori del camper sono spesso migranti in transito, di tantissime nazionalità, oppure senza fissa dimora, oppure stranieri stanziali con scarsa conoscenza dei loro diritti. Ognuno porta su di sé i segni di storie difficili e dure. Io porto con me il desiderio di continuare a indignarmi, a non rassegnarmi alle violazioni dei diritti, ad apprezzare la vicinanza di vite fragili.”

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