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Si chiama Hallart ed è uno spazio espositivo permanente creato nella hall dell’ospedale di Mantova. Ospiterà mostre a ciclo continuo. È l’idea dell’area Ufficio Stampa e Comunicazione di Asst Mantova, nell’ambito del più ampio progetto Arte in ospedale, che dal 2009 diffonde la bellezza nei luoghi di cura, grazie a svariati interventi artistici nelle strutture aziendali.

La parola chiave è partecipazione. La comunità contribuisce infatti a costruire una sanità dal volto umano. Così Asst potrà scegliere di propria iniziativa le opere da esporre, ma offrirà anche l’opportunità agli artisti o ai fotografi di candidarsi, proponendo le loro opere per un’esposizione. Un comitato istituito dall’azienda ne valuterà l’idoneità e il valore artistico. Sarà quindi programmato il calendario degli eventi.

Si parte dal presupposto che l’arte possa alleviare le preoccupazioni, trasfigurare la sofferenza, curare due volte: è terapeutica per chi cura e per chi è curato. Non parla solo al malato e ai suoi familiari, ma anche agli operatori. La bellezza genera benessere, familiarità, senso di accoglienza, desiderio di condivisione e quindi fiducia.

La mostra che ha inaugurato lo spazio Hallart aveva come protagoniste le fotografie scattate durante l’emergenza pandemica da Mario Fiorito, infermiere del reparto di Terapia Intensiva, Anestesia e Rianimazione di Mantova. Un omaggio a tutti gli operatori che si sono spesi e ancora si spendono per fronteggiare questa situazione. La mostra, dal titolo ‘I LORO OCCHI, LE LORO MANI. La prima ondata Covid negli sguardi e nei gesti dei professionisti della Rianimazione’.

L’infermiere-fotografo ha raccontato la verità della pandemia in oltre mille scatti: due mesi di attività, fra marzo e maggio 2021, una settantina di colleghi incorniciati mentre si dedicavano spasmodicamente a malati stipati ovunque, “per fare memoria di un momento durissimo e straordinario, che resterà nella storia”: “Dopo un momento di imbarazzo iniziale, era la stessa équipe a chiedermi di catturare questo o quell’istante, mostrando il grande lavoro svolto per quello che era, senza aggiungere o togliere nulla. In quel frangente, è emerso il meglio delle persone, l’umanità che ci salva”.

I pannelli fotografici saranno poi esposti in via definitiva nel reparto di Terapia Intensiva, Anestesia e Rianimazione.

La seconda mostra, inaugurata oggi in omaggio alla festa delle donne con il titolo ‘Vieni via con me’, porta in ospedale la delicatezza e la grazia delle opere di Marzia Roversi. L’artista mantovana ci chiede di seguirla per raggiungere una dimensione metafisica. Lo fa mettendo a punto una sua peculiare tecnica: grafite e collage su tavola di legno con l’aggiunta, in alcune rappresentazioni, di acrilico e foglia oro per lo sfondo, come di altre tonalità. Una tecnica complessa, per l’oggettiva difficoltà di realizzazione.

Le figure femminili e gli animali che spesso le affiancano emergono dalla tavola ascetiche e raccolte in sé stesse: sono come fiori primordiali che si aprono alla vista dello spettatore con esplosioni di colori. Giovani donne o bambine, animali, oggetti e inflorescenze dal mondo vegetale germinano dal subconscio e rimangono sospesi come un pensiero siderale e scultoreo.

I principali interventi artistici, ideati e coordinati dall’Area Ufficio Stampa e Comunicazione di Asst, sono stati realizzati coinvolgendo gli studenti del liceo artistico Giulio Romano di Mantova, con la collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Brescia e di artisti affermati, il sostegno di partner privati e istituzionali.

I lavori dei ragazzi sono il frutto di una riflessione avvenuta nel corso di incontri di sensibilizzazione in classe tenuti dagli specialisti di Asst su tematiche specifiche: il fine vita, il dolore, lo stigma della malattia, l’alimentazione sana e corretta. L’obiettivo era quello di rendere gli studenti consapevoli di questi argomenti, in modo che la loro espressività partisse dalla realtà delle cure, dando loro la possibilità di integrarsi con gli operatori sanitari e anche di sperimentarsi a livello di esperienza concreta in percorsi di alternanza scuola-lavoro.

Per ogni progetto sono state allestite mostre prima a scuola, poi nella hall dell’ospedale di Mantova. Successivamente le opere sono state utilizzate per decorare le strutture sanitarie.

Il progetto più imponente è Wallart, partito nel 2012 e concluso del 2021. Ha visto impegnati gli studenti del Liceo artistico Giulio Romano, del Liceo artistico Dal Prato di Guidizzolo e dell’Accademia di Belle Arti di Brescia – coordinati da popolari street artists – nella realizzazione di un’opera lunga 295 metri, sul muro che costeggia il parcheggio dell’ospedale di Mantova.

Sono stati rappresentati: i volti dei Nobel italiani Mario Capecchi, Rita Levi Montalcini, Renato Dulbecco e Salvador Luria, tratteggiati dal collettivo artistico Orticanoodles; una frenetica Mantova, con alcuni dei suoi personaggi storici e degli scorci più suggestivi, secondo la visione di Cristian Sonda; gli artisti mantovani nei secoli, pensati da Davide Tolasi.

L’ultima iniziativa nell’ambito di Arte in ospedale è il progetto Museoterapia: appuntamento con l’artista, lanciato il 3 marzo. Ogni venerdì, alle 18.30, una manciata di minuti online per conoscere le opere d’arte di Palazzo Ducale. Dieci pillole virtuali, dieci video, una terapia da assumere con costanza, il tempo di un aperitivo sui canali social di Asst. Il direttore del museo Stefano L’Occaso racconterà alcuni pezzi della collezione di proprietà di Asst Mantova, esposta in una sala dedicata del museo, e altri tesori legati alla storia della medicina. Un percorso alla scoperta di curiosità e segreti, negli angoli più suggestivi e meno conosciuti della reggia gonzaghesca.

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