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In occasione di ART CITY Bologna 2024 e della 50ma edizione di Arte Fiera, la Sala Convegni Banca di Bologna di Palazzo De’ Toschi ospita Abbandona gli occhi, un progetto speciale di Patrick Tuttofuoco, uno degli artisti italiani più noti e apprezzati della sua generazione.

La mostra, a cura di Davide Ferri e parte del programma istituzionale di ART CITY Bologna, aprirà al pubblico martedì 30 gennaio e proseguirà fino a domenica 18 febbraio esponendo una serie di nuove produzioni e due lavori recentidell’artista.

Abbandona gli occhi presenta forme e modalità emblematiche della pratica di Tuttofuoco fin dagli esordi: l’utilizzo di materiali industriali e sintetici come il neon, il ferro e la plastica; l’inclinazione a coinvolgere lo spettatore ad abitare la mostra, più che a porsi come osservatore distaccato. Al contempo il progetto sviluppa aspetti che fanno parte del lavoro recente dell’artista: l’attenzione al medium scultura, realizzata con materiali industriali/sintetici come il metacrilato e classici come il marmo; l’inclinazione a tradurre la forma in figura, che in Abbandona gli occhi ripete, in punti diversi dello spazio, la figura del corpo.

Le opere di Tuttofuoco danno forma a un tema che da qualche anno a questa parte percorre il lavoro dell’artista, quello della trascendenza, di uno stato di semi-coscienza e di abbandono capace di liberare suggestioni e punti di vista inediti da cui guardare alla quotidianità e al presente. La mostra ripete dunque, variandola in punti differenti dello spazio di Palazzo De’ Toschi, la figura di un corpo molle che, in modi diversi, ricorre nella storia della scultura: come corpo accasciato o disteso, corpo senza testa, in un nuovo lavoro di scultura in marmo, che diventa baricentro energetico della mostra, e in un grande lavoro al neon, Drop the body, che fa idealmente da fondale a tutta l’esposizione. E come volto di dormiente, volto senza corpo, in due lavori al neon realizzati per l’occasione, che rivolgono due lati allo spettatore: da una parte il volto, una testa senza corpo e con gli occhi chiusi; dall’altra la parola, con frasi che racchiudono pensieri che il riverbero luminoso trasforma in ‘significanti’.

Il titolo, Abbandona gli occhi, funziona dunque come un’indicazione allo spettatore ad abitare il campo energetico tracciato dalle opere, più che a guardarle. Un invito che sembra rivolgergli anche il primo dei lavori esposti, Surrender the eyes, in cui un paio di mani che porgono due piccoli globi che sono un chiaro richiamo agli occhi, agli occhi separati dal volto, agli occhi inattivi, privati e liberati della loro funzione primaria e che al contempo si fanno corpo, come nei dipinti che raffigurano Santa Lucia.

La mostra, inoltre, si sviluppa anche nella sala piccola di Palazzo De’ Toschi, dove viene esposto un altro lavoro di scultura, No space, no time: realizzato in metacrilato, raffigura due corpi, quelli di una madre e un figlio stretti in un abbraccio nel sonno, uniti in un contatto che riformula iconografie classiche come quelle della Pietà, e rilancia nuovamente l’immagine dell’abbandono al centro del progetto.

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