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La quarta edizione di Voghera Fotografia, festival nazionale dedicato alla fotografia d’autore organizzato e promosso da Spazio 53 in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Voghera, manifestazione riconosciuta FIAF che si avvale della partnership tecnica di PhotoSHOWall, si svolgerà per tre fine settimana da sabato 27 maggio a domenica 11 giugno al Castello Visconteo di Voghera (PV). La manifestazione,giunta quest’anno alla sua quarta edizione, si svolgerà sotto la direzione artistica di Loredana De Pace, giornalista e curatrice da vent’anni attiva nel mondo della fotografia, e avrà come titolo “TERRA CHIAMA TERRA. Bellezza, fragilità e risorse del Pianeta” ponendo l’accento sui cambiamenti climatici attraverso l’occhio attento di fotografi italiani e stranieri.  In programma sette principali progetti fotografici riconosciuti internazionalmente e che intendono valorizzare la bellezza, la biodiversità, la fragilità e le risorse della Terra di autori quali Michael Kenna, elsa lamartina©, Filippo Ferraro, Marcello Vigoni, Marco Urso, Valentina Tamborra e Beppe Bolchi: fotografi contemporanei che interpretano il delicato tema sullo stato di salute del Pianeta Terra attraverso precise scelte narrative, linguistiche, stilistiche e tecniche.   Inoltre, saranno presenti quattro esposizioni con fotografie provenienti da: Oasis Photo Contest, World Water Day Photo Contest, FIAF – Federazione Italiana Associazioni Fotografiche e ANBI Lombardia, quest’ultima con le immagini di Gabriele Basilico e Mimmo Jodice. Gli ultimi due progetti fotografici sono legati ad altrettante importanti partnership culturali che sottolineano inoltre l’autorevolezza crescente di Voghera Fotografia: con il festival internazionale di fotografia Cortona On The Move che presenta la mostra “Diving Maldives” di Giulia Piermartiri e Edoardo Delille, con Colorno Photo Life che presenta il progetto “Mondi Umani” di Gigi Montali. Partner di Voghera Fotografia 2023 anche Milano Sunday Photo, la kermesse cittadina che abbraccia la fotografia in tutti i suoi aspetti e che per la prima volta esce dai confini di Milano.

Spiega Loredana De Pace: “Da diversi anni il cambiamento climatico del nostro Pianeta è al centro dell’attenzione dei fotografi che lo documentano in modo capillare e diversificato. Le loro testimonianze sono fondamentali per allertare l’opinione pubblica in merito a ciò che sta accadendo intorno a noi. Quest’anno Voghera Fotografia, dedicato al ‘climate chance’, vuole presentare i lavori di alcuni fra i più importanti fotografi naturalisti e autori contemporanei che interpretano il tema attraverso il proprio linguaggio artistico, dei vincitori dei grandi premi dedicati alle tematiche ambientali, senza dimenticare il lavoro delle grandi realtà associative, i loro progetti e gli archivi”.

MICHAEL KENNA – Il Fiume Po. Un dialogo intimo e profondo dell’autore con il grande fiume Po, “conosciuto” nel 2007 in occasione di un viaggio a Reggio Emilia. Le 30 fotografie esposte a Voghera sono un afflato poetico verso il più grande fiume italiano, che incute timore ma anche rispetto e che Michael Kenna ha voluto raccontare in bianco e nero: “Preferisco che le mie fotografie siano più vicine alla poesia che ai testi concreti e il colore è troppo specifico per il modo in cui lavoro. Vediamo a colori tutto il tempo, invece il bianconero è una riduzione essenziale della stimolazione sensoriale che consente alla nostra immaginazione di lavorare di più”, sottolinea l’autore.

Elsa lamartina – La furia del Sarno. Una riflessione drammatica sul fiume più inquinato d’Europa, il Sarno, in Campania. Le immagini sono state realizzate all’interno dell’abitazione dell’autrice durante il periodo di quarantena per l’emergenza da COVID-19. Raccontando in chiave simbolica l’inquinamento del fiume Sarno, elsa lamartina© ha ritrovato una relazione osmotica tra l’inquinamento ambientale e quello privato, che si riversa nelle nostre case, nel nostro cibo, nell’acqua che beviamo, con cui ci laviamo o cuciniamo. Le 8 immagini che compongono il progetto fotografico sono state realizzate mescolando sostanze colorate con alimenti come farina, latte, caffè, cercando di ricreare gli stessi colori e la densità delle immagini di cronaca. 

FILIPPO FERRARO – Lost Roots. Il Salento è da sempre famoso per i riflessi verdi ed argento degli ulivi che da millenni ne caratterizzano il paesaggio. Dal 2013 circa 20 milioni di ulivi sono morti a causa il batterio Xylella fastidiosa, che ha iniziato a mangiarseli vivi, devastando il paesaggio, provocando enormi danni economici e ambientali, oltre a cancellare l’identità culturale di un popolo, perché in Puglia gli ulivi sono molto più che “semplici” alberi. Investigando gli eventi che hanno condotto questa terra a trasformarsi in una distesa senza fine di scheletri di legno, il fotoreporter pugliese Filippo Ferraro si propone in 15 scatti di esplorare quanto il legame fra le persone e la propria terra possa influenzare la percezione di appartenenza a una comunità, intesa come un gruppo con la stessa identità collettiva. 

MARCELLO VIGONI – Multiverso. Un percorso immaginifico e surrealista in 22 fotografie, costruito labirinticamente dall’autore, scopre presenze cariche di rimandi simbolici, metaforici, onirici: finestre inchiavardate nel cielo, porte chiuse, specchi emblematici, oblò che invitano a guardare verso chissà quale oltre. Di fronte alle fotografie in bianco e nero di Marcello Vigoni bisogna abbandonare la tentazione di chiedersi dove sono state scattate e qual è il soggetto ripreso perché l’autore non ci ha portato in qualche luogo preciso ma nella sua – e un po’ anche nella nostra – mente, dove i paesaggi della natura sono proiezioni che si ritrovano su pareti, facciate di case, muri.

MARCO D’URSO – Il Signore dell’Artico. Una mostra dedicata all’orso bianco, che ha imparato a sopravvivere in una delle zone più ostili del Pianeta, oggi entrambi più che mai minacciati dall’inquinamento e dai cambiamenti climatici dovuti alle emissioni di gas. Attraverso le 21 immagini del percorso espositivo – tratte dal libro fotografico “Il signore dell’Artico” – l’autore vuole condividere le emozioni provate nell’osservare e riprendere l’orso polare in diversi momenti della sua esistenza: dalle immagini di cuccioli che giocano sotto lo sguardo vigile di una madre attenta e premurosa, alle lotte giocose tra esuberanti orsi adolescenti fotografati nel loro ambiente.

VALENTINA TAMBORRA – Skrei. Punto di partenza delle 22 foto in mostra è un diario del quindicesimo secolo custodito nella Biblioteca Apostolica Vaticana, primo “reportage di viaggio” dedicato alla Norvegia del Nord scritto da Pietro Querini, nobiluomo e mercante veneziano naufragato nel 1432 insieme al suo equipaggio sulle coste delle allora sconosciute isole Lofoten. Un viaggio lungo chilometri che da allora lega a doppio filo l’Italia alla Norvegia. Ma il viaggio è anche il fil-rouge che collega la storia di un pesce, che ha nel nome il suo destino e che ogni anno compie una vera e propria migrazione dal Mar Glaciale Artico verso le acque più calde norvegesi al fine di riprodursi, a quella di uomini coraggiosi che da sempre vivono quasi esclusivamente di pesca.

BEPPE BOLCHI – Tricromie. La natura, la città, il mare, la pioggia sono il trait d’union visivo delle “Tricomie” di Beppe Bolchi, perfetta fusione di un luogo fisico e di uno mentale nei quali il colore fa da connettore. Attraverso 11 dittici l’autore riflette sulla soluzione, ancora irrisolta, della raffigurazione del concetto di “movimento” che, in fotografia, viene rappresentato utilizzando lunghi tempi di posa che ci consentono di percepire situazioni non intuibili dall’occhio umano, ma che non ci permettono di cogliere l’emozione del tempo che scorre. Ogni immagine è il risultato di tre scatti eseguiti in sequenza più o meno distanziata: tre immagini, attraverso i tre filtri Rosso-Verde-Blu, da sovrapporre a registro, per combinare i colori originali sui soggetti fermi, immobili, e al contrario, per modulare tutta la gamma cromatica su ciò che si muove.

OASIS PHOTO CONTEST. In mostra a Voghera le immagini vincitrici più significative delle edizioni passate del premio, nato nel 2000 con il nome di “Premio Italiano di Fotografia Naturalistica”. Lo spettacolo della natura immortalato in 24 fotografie realizzate da alcuni dei più grandi fotografi naturalisti di tutto il mondo, che hanno saputo raccontare la bellezza del mondo animale e vegetale con grande poesia e forza. Tutte le immagini in mostra sono state stampate in grande formato per essere di maggior impatto e valorizzare la bellezza dei soggetti rappresentati.

WORLD WATER DAY PHOTO CONTEST – Water, Accelerating Change. La Giornata Mondiale dell’Acqua è stata istituita dalle Nazioni Unite e ricorre ogni 22 marzo. L’esposizione “Water, Accelerating Change” presenta le migliori fotografie del World Water Day Photo Contest 2023, dando voce a storie spesso nascoste che hanno un urgente bisogno di essere raccontate: 20 immagini per un reportage sociale e ambientale di grande impatto emotivo, per far riflettere tutti noi sul valore dell’acqua come diritto fondamentale per tutti gli abitanti del pianeta, sugli effetti impietosi della carenza di acqua, dei cambiamenti climatici e della perdita degli ecosistemi in diverse zone del pianeta.

FIAF – Ambiente, Clima, Futuro. Il Progetto Fotografico della FIAF ha visto nella sua fase finale 228 autori per oltre 1.500 fotografie selezionate, che hanno raccontato sia i luoghi che le attività in Italia dove esistono progetti ed esperienze di recupero per un ritorno a un ambiente più naturale, sia quelle situazioni nelle quali sono ancora in corso sfruttamento e depauperamento per sostenere un sistema economico sempre più inconciliabile con il bisogno impellente di un nuovo equilibrio naturale. A Voghera Fotografia 2023 sono esposte 20 opere degli autori: Tiziano Bisogni, Michele Cimini, Paolo Ferrari, Fernando Collazo Rodriguez, Gabriele Caproni, Andrea Angelini, Stefania Adami e Filippo Venturi.

ANBI LOMBARDIA – La civiltà dell’acqua in Lombardia / Gabriele Basilico e Mimmo Jodice. Regione Lombardia e ANBI Lombardia hanno dato avvio nel 1998 ad Osserva.Te.R. continuato nel 2015 nel più ampio al progetto La civiltà dell’acqua in Lombardia. Il paesaggio della Bassa risulta dall’evoluzione di numerosi elementi: le acque, il suolo, le coltivazioni, le cascine, gli animali, la vegetazione, il lavoro quotidiano dell’uomo e molto altro. Su ognuno di questi elementi OsservaTeR, ha condotto 10 campagne fotografiche, spesso di durata superiore all’anno, condotte da affermati professionisti. Per Voghera Fotografia 2023 sono esposte 13 immagini di questo corposo progetto dei grandi fotografi italiani Gabriele Basilico, che ha fotografato i grandi impianti idraulici e irrigui, e Mimmo Jodice, che invece si è occupato dei i monumenti iconici ed identitari.

GIULIA PIERMARTIRI + EDOARDO DELILLE – Diving Maldives. Se a causa dei cambiamenti climatici alcune delle trasformazioni più radicali della mappa del mondo saranno visibili solo nel corso dei prossimi decenni, come può la fotografia mostrare il futuro se è un mezzo che racconta il presente? Da questi interrogativi nasce l’idea del progetto Atlas of the New World di cui fa parte Diving Maldives, in cui gli autori trovano il modo di mostrare il futuro in relazione al mondo in cui viviamo oggi, raccogliendo le fotografie subacquee scattate dai turisti e proiettandole come fossero diapositive. In questo modo le case, le strade e gli abitanti del posto sono diventati il telo su cui è stato proiettato il futuro che incombe sulla loro vita quotidiana, visto che Lo Stato delle Maldive secondo le Nazioni Unite sarà il primo al mondo a scomparire come conseguenza dei cambiamenti climatici. In mostra a Voghera 9 fotografie.

GIGI MONTALI – Mondi Umani. La proiezione su schermo di tutte le 246 immagini che fanno parte del libro fotografico “Mondi Umani” raccontano non solo un modo di fare fotografia, ma di essere, sentire la vita e cercare di trasmetterla con un solo scatto. Scrive Loredana De Pace nella sua prefazione al libro: “Trent’anni fa Gigi Montali si è incamminato per il viaggio più difficile, quello al centro dell’anthropos. Villaggi africani, sguardi raccolti da ogni angolo della Terra, abitudini culturali a noi ignote, luoghi geografici fra i più disparati, dalle dune del deserto ai ghiacciai islandesi, dalle terre vulcaniche a quelle brulle nostrane: tutti questi paesaggi un poco alla volta hanno formato il vocabolario visivo che Gigi ha scritto con le sue fotografie”.  

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