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Fin dagli esordi nel 2016, il ciclo di mostre Art Club favorisce il dialogo tra le opere di artisti contemporanei internazionali e il patrimonio dell’Accademia di Francia a Roma. Mediante interventi visivi e plastici disseminati negli spazi di Villa Medici, la serie Art Club rinnova l’esperienza di visita di un luogo nel quale si intrecciano le diverse epoche storiche e si manifestano accostamenti inaspettati.

Per il prossimo appuntamento del ciclo a settembre, Villa Medici accoglie l’artista e cineasta italiana Rosa Barba. Il suo lavoro, a metà strada tra cinema e arte contemporanea, sarà esposto in concomitanza con il Festival di Film di Villa Medici che si terrà dal 14 al 18 settembre 2022.

Rosa Barba presenta tre opere che offrono una panoramica di oltre 10 anni di pratica artistica, combinando film, scultura, suono e testo.

Con Disseminate and Hold, Rosa Barba esplora i paesaggi plasmati dall’Uomo, spesso frutto di immaginari politici e visioni utopiche. Girato in Brasile, il film ritrae il caos quotidiano del Minhocão (il “grande verme”), l’autostrada sopraelevata che attraversa il centro di San Paolo, punto di partenza per una riflessione sulle tracce lasciate dalla Storia sul paesaggio e l’ambiente urbano.

Color Clocks: Verticals Lean Occasionally Consistently Away from Viewpoints è composto da tre oggetti disposti nello spazio il cui aspetto ricorda il meccanismo di un orologio. Ognuno produce un’immagine cinetica attraverso il proprio ritmo specifico. Giocando con diverse modalità di percezione, l’installazione Color Clocks mira a catturare la misura e l’esperienza stessa del tempo, invitando a una meditazione ripetuta all’infinito sul colore, il tempo, la percezione e il linguaggio.

Weavers è un’installazione di pellicole da 16 e 35 mm intrecciate sopra e intorno a telai mobili, formando una superficie talora riflettente e talora trasparente che lascia percepire lo spazio circostante. Gli intrecci irregolari, accentuati da un proiettore di luce a focale corta, creano sequenze fugaci. Rosa Barba interroga la plasticità e la trasparenza della pellicola come medium mediante un’operache si presenta al contempo come un’immagine cinematografica e uno schermo sospeso rotante.

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