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Un secolo di inserzioni e manifesti pubblicitari per testimoniare come si sono evolute le cure analgesiche ed anti-infiammatorie utilizzate in ambito reumatologico. E’ questo il contenuto della mostra 1850-1950 Storia della pubblicità farmaceutica per la terapia del dolore e delle malattie reumatologiche che si terrà a Perugia dal 7 al 17 luglio. Sede dell’iniziativa sarà lo splendido Chiostro della Cattedrale di San Lorenzo. Un’iniziativa culturale unica nel suo genere, promossa dalla Società Italiana di Reumatologia e che viene presentata oggi con una conferenza stampa nazionale on line. L’organizzazione dell’evento, nonché la segreteria tecnico-scientifica, è affidata all’Istituto di Storia della Reumatologia, nato a fine 2020 da un’idea della SIR. La mostra percorre il lungo itinerario di come questa particolare forma di pubblicità è nata, si è evoluta e quale influenza ha avuto sul tipo di approccio a malattie sempre più diffuse, come quelle reumatologiche. Le varie opere esposte risultano così essere anche la testimonianza storica del desiderio di maggiore benessere da parte di pazienti che, ieri come oggi, sono alle prese con la manifestazione più evidente e difficile delle patologie reumatologiche: il dolore.

“Il nostro Istituto è nato con l’obiettivo di unire la ricerca storica con quella medica – afferma il prof. Leonardo Punzi, Direttore dell’Istituto di Storia della Reumatologia -. Siamo perciò orgogliosi di promuovere un’iniziativa prestigiosa che può avere diverse chiavi di lettura. La pubblicità è nata a metà 800 in seguito alla seconda rivoluzione industriale e all’immissione in commercio di numerosi prodotti. La popolazione aveva soprattutto bisogno di farmaci antidolorifici e le aziende hanno cercato di promuoverne il consumo attraverso manifesti o inserzioni sui giornali. Nel 1860/70 i principali analgesici erano i derivati dell’oppio tra cui la morfina, l’eroina e la cocaina il cui consumo veniva incentivato anche tra i bambini. Ovviamente il tutto va ricondotto al contesto storico dell’epoca nel quale gli scienziati ignoravano gli effetti devastanti sull’organismo indotti da queste droghe. La svolta è arrivata nel 1897 quando è stata inventata l’aspirina e qui si è assistito ad una vera rivoluzione. Il boom d’interesse creato dal nuovo farmaco, sia analgesico che antinfiammatorio, ha condizionato le aziende farmaceutiche, la ricerca scientifica e anche la pubblicità”. “La pubblicità testimonia anche l’evoluzione della percezione delle malattie reumatologiche che a metà ‘800 erano ancora poco conosciute – aggiunge il prof. Roberto Gerli, Presidente Nazionale SIR -. L’unica nota, diagnosticata e studiata sufficientemente era la gotta che veniva considerata come una patologia da ricchi e da aristocratici perché strettamente collegata al consumo abbondante di carne rossa e selvaggina. A metà ‘900 le conoscenze in termini di patogenesi, diagnosi ed epidemiologia erano già enormemente cresciute rispetto a cent’anni prima. Questo vale anche per quanto riguarda le terapie tanto è vero che nel 1948 si arriva al primo utilizzo del cortisone, un altro farmaco che ha rivoluzionato la reumatologia e più in generale la medicina”. “Ora sappiamo che le malattie reumatologiche sono oltre 150 e che solo in Italia colpiscono più di cinque milioni e mezzo di persone – prosegue Punzi -. Ovviamente rispetto alla seconda metà dell’Ottocento la scienza ha fatto passi da giganti e vi è stata, nel corso degli anni, l’introduzione di terapie estremamente più efficaci sia per la gestione del dolore che dell’infiammazione”. “Come Società Scientifica siamo da tempo impegnati anche nella promozione di campagne e iniziative dedicate al pubblico laico – sottolinea Gerli -. L’obiettivo che ci poniamo, anche con la mostra di Perugia, è aumentare la conoscenza su patologie a cui non sempre viene dedicata la giusta attenzione”.

Nel chiostro della Cattedrale di San Lorenzo sono esposte oltre 100 opere artistiche realizzate tra metà 800 e metà del ‘900. “A cavallo tra il 19° e il 20° secolo le aziende si sono rivolte ai grandi artisti dell’epoca che hanno saputo rappresentare il fermento delle grandi trasformazioni che stavano avvenendo nella società – aggiunge la dott.ssa Elisabetta Pasqualin, Direttrice del Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso -. E’ nata così una nuova forma d’arte che è diventata sempre più importante nel corso del ‘900. Nella mostra presentiamo dei manifesti di altissimo valore artistico e che hanno al tempo stesso anche una valenza sociale e culturale importante. La pubblicità, anche quella farmaceutica, ha consentito una “democratizzazione” dell’arte, rendendola fruibile a tutti, senza alcuna distinzione, nelle strade o nelle stazioni delle città”.

Come città di Perugia siamo lieti di ospitare questa mostra, sia per i suoi contenuti scientifici ma anche per l’accattivante chiave scelta che permette di osservare il cambiamento della terapia del dolore nel tempo – conclude Leonardo Varasano, Assessore alla Cultura del Comune di Perugia -. Da un lato, infatti, ci viene proposta la storia dello sviluppo farmacologico attraverso l’osservazione dei manifesti pubblicitari, ma dall’altro questo macro tema permette di osservare anche l’evoluzione storico-artistica, di stile e dei costumi avvenuta in 100 anni. Credo quindi che questa mostra, nonostante abbia come focus specifico la terapia del dolore, proponga anche i cambiamenti storico-artistici e sociali avvenuti nel corso del tempo, rendendola accessibile anche a un pubblico più ampio e non solo a medici e specialisti.

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