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Un viaggio nel colore e nei segni di rotte immaginarie secondo un codice cartografico unico, personalissimo, atto ad aiutarci a ridisegnare i nostri orizzonti inconsci e a riscoprire il mondo che ci circonda.  “A Milano c’è il mare”, questo il titolo della nuova mostra dell’artista Andrea Manzitti curata da Elisabetta Longari, in programma dal 31 gennaio al 3 marzo all’Acquario Civico di Milano, rappresenta un’affascinante esplorazione del legame profondo che l’artista ha con i viaggi e con il mare, entrambi fonti previlegiate d’ispirazione. 

L’intero percorso artistico di Andrea Manzitti, nato a Santa Margherita Ligure nel 1944 ma formatosi come professionista prima e artista poi a Milano, dove nel 2022 si è diplomato in pittura all’Accademia di Brera all’età di 78 anni, ha nell’elemento acqua e nel viaggio “latitudine e longitudine” della propria espressività pittorica, così come suggerisce non solo il titolo della mostra “A Milano c’è il mare”, ma anche quelli delle due precedenti personali: “Isole, mappe e portolani” del 2021 allo Spazio Scoglio di Quarto di Milano, e la recentissima “In principio era il mare” svoltasi questa estate al MUMA Museo del Mare di Genova.  

Manzitti, che si distingue per la sua abilità nell’uso di materiali non convenzionali, a Milano espone 36 opere fra Portolani e Planisferi, che non solo rappresentano una mappatura geografica immaginaria reinterpretando carte nautiche di una volta, ma anche un viaggio nella percezione del mondo e dei propri orizzonti mentali attraverso l’arte. Opere realizzate in acrilico e pasta di pomice grezza, quest’ultima dalla grande capacità di assorbimento e riflessione della luce, per un risultato che riflette perfettamente il bisogno da parte dell’artista di offrire un’espressione poetica veritiera, e allo stesso tempo visionaria, di quanto vuole rappresentare. 

I Portolani, realizzati nel 2023 su carte cotone fatte a mano dai bordi irregolari da un’antica cartiera di Amalfi, rappresentano un’evoluzione dei precedenti lavori che portano lo stesso titolo. Questa volta, tuttavia, l’artista crea opere più pulite e leggere, eliminando le ampie strisce di colore delle prime composizioni. Un dettaglio importante, che evidenzia il bisogno di una continua e incessante ricerca artistica, sebbene su uno stesso tema, per dare forma a un discorso poetico in continuo divenire.  

I Planisferi, invece, sono opere ovali su carta indiana di cotone che aggiungono un’ulteriore dimensione alla mostra, offrendo una visione globale, che evoca la sensazione di un mondo interconnesso attraverso i mari e le rotte di navigazione, dando una profondità ulteriore al discorso poetico.

Osservando i Portolani e i Planisferi di Andrea Manzitti si ha la netta sensazione che l’artista abbia vissuto da dentro ogni singola opera, che siano state realizzate “con i piedi nell’acqua”, così da dare forza alla narrazione di traiettorie e territori immaginari, invitando l’osservatore a esplorare il suo mondo artistico e al contempo offrendo una prospettiva del tutto inusuale sull’arte contemporanea. Completa la mostra un Planisfero in ceramica smaltata, che solo in apparenza sembra distonico rispetto al resto della mostra.  Scrive Elisabetta Longari: “Per Manzitti è sempre una questione di superficie, tanto su tela quanto su carta o sulla più porosa ceramica: così come sulla pelle fragile e diversamente accidentata della carta, con altri gesti ma perseguendo quasi lo stesso risultato, egli scava la ceramica per renderne scabra la superficie, di modo che si faccia sede del nero, quel nero brillante e profondo che è il corrispondente visivo della pomice applicata”. La mostra “A Milano c’è il mare” è accompagnata da un catalogo pregiato realizzato in Favini carta, creata con alghe bianche: una carta ecologica, biodegradabile, prodotta utilizzando le alghe in eccesso della laguna di Venezia.

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