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“Nonostante il Covid, anche quest’anno il Natale lo celebriamo. Anzi, proprio quest’anno abbiamo ancora più bisogno di vivere il Natale e il messaggio di speranza che porta con sé e che vogliamo condividere con tutta la città. Proprio per questo abbiamo scelto di proporre questo evento culturale: perché attraverso la bellezza tutti  possiamo incontrare la Salvezza che il Natale ci promette”. Così Mons. Davide Milani, Prevosto di Lecco, ha introdotto la conferenza stampa online con la quale sono stati presentati i contenuti culturali, artistici e organizzativi dell’evento “Capolavoro per Lecco” 2020. Un evento che si colloca giusto a un anno dal successo di pubblico e critica della mostra “Tintoretto rivelato”, che in soli due mesi e mezzo aveva fatto registrare ben 22 mila visitatori.

“Lotto. L’inquietudine della realtà. Lo sguardo di Giovanni Frangi” è il titolo che è stato scelto per l’evento di quest’anno, che è promosso dalla Comunità pastorale e dall’Associazione culturale Madonna del Rosario, dal Comune di Lecco e dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese, con la collaborazione di Fondazione Cariplo e di Forfunding e Banca Intesa. “Un titolo – ha continuato Mons Milani – che ben fotografa quel senso di incertezza, inquietudine e smarrimento con il quale tutti noi oggi siamo costretti a misurarci. Mentre promuoviamo percorsi di catechesi e carità per i più fragili, sentiamo l’esigenza di offrire questa forma di solidarietà culturale, una proposta artistica per condividere la speranza, unica strada per una ripresa”.

Un capolavoro di Lorenzo Lotto, Madonna con Bambino tra i Santi Giovanni Battista e Caterina d’Alessandria, sarà dunque il protagonista di questa mostra. Ad affiancarlo e a dialogare con lui gli Esercizi di lettura di un grande artista contemporaneo, Giovanni Frangi. Il racconto di questo dialogo e di questo confronto nel tempo sarà affidato ad un docufilm di un affermato regista, specializzato proprio nelle produzioni legate all’arte, Francesco Invernizzi. La mostra sarà allestita dal 5 dicembre al 6 aprile al piano terra del Palazzo delle Paure di Lecco, sede espositiva del Comune.

“L’arte è lo strumento per eccellenza per parlare all’uomo e parlare di un senso. La comunità di Lecco ha bisogno di trovare un senso e un significato, oltre che una direzione. Dobbiamo ‘ri-conoscerci’ nei valori che appartengono alla nostra comunità, recuperare una consapevolezza e una responsabilità, dare un significato al nostro vivere quotidiano. Non possiamo restare indifferenti. E questo evento è un richiamo per Lecco e i Lecchesi, ma anche un messaggio di autenticità che da Lecco parte per rivolgersi al Paese: la cultura è il migliore alimento per una comunità”. Lo ha affermato il Sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni, che ha voluto così sottolineare l’impegno concreto del Comune nell’affiancare la Comunità parrocchiale in questa iniziativa, mettendo a disposizione la sede e sostenendo anche economicamente il progetto.

Una collaborazione che, come evidenziato dall’Assessore alla Cultura e Vicesindaco di Lecco, Simona Piazza, va intesa come co-progettazione: “La cultura sarà la cifra distintiva di questa amministrazione. E la co-progettazione la modalità con cui intendiamo svilupparla. Capolavoro per Lecco è parte integrante della programmazione pluriennale della nostra città e frutto di un lavoro di volontà condivisa”.

“La comunità di Lecco guarda alla bellezza. La capacità di bellezza crea comunità, spalanca gli occhi ai piccoli, agli adulti e agli anziani, aiuta a guardare avanti. Tutti noi siamo un capolavoro” ha affermato Maria Grazia Nasazzi, presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese, che ha fatto proprio questo progetto e lo ha selezionato all’interno dell’iniziativa Crowd4Culture, il bando di Fondazione Cariplo riservato alle Fondazioni di Comunità volto a supportare le progettualità locali di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, che prevede – al raggiungimento del 50% di raccolta – il cofinanziamento di un ulteriore 50% sull’importo complessivo.

Ma perché Lotto? E perché Frangi? A spiegarlo è stato Giovanni Valagussa, curatore artistico dell’evento: “Lotto è un artista che ha vissuto una vita difficile, che l’ha portato ad essere spesso incompreso dalla società in cui viveva. È un artista sensibile, che fa emergere questa sua vena nella delicatezza e nell’umanità dei suoi personaggi. Si tratta di personaggi parlanti, carichi di umanità anche quando sono i protagonisti di scene sacre, come nel caso del capolavoro che presentiamo. È un’opera in cui emerge il dialogo fra i diversi personaggi e le loro ansie. Lotto è dunque un artista del nostro tempo. E Giovanni Frangi, con il suo lavoro, evidenzia proprio la contemporaneità del messaggio del grande maestro”.

“Ho sempre avuto una grande ammirazione per Lorenzo Lotto, forse anche grazie all’ammirazione che mio zio, Giovanni Testori, ha saputo trasmettermi. Il mio percorso, però, si è sempre mosso su temi diversi da quelli figurativi, più orientato all’osservazione del mondo naturale. Per questo, alla richiesta di Giovanni Valagussa, sono rimasto inizialmente spiazzato. Poi ho iniziato a pensare ad alcuni esempi di grandi artisti che si sono confrontati con maestri del passato: Richter, Bacon, Kentridge. E ho iniziato ad avvicinarmi lentamente alla pala di Lotto. Quando l’ho vista dal vivo sono stato colpito dai suoi colori. Così ho pensato che proprio il colore potesse essere l’elemento fondante e il terreno comune di un dialogo. E ne sono nati questi Esercizi di Lettura” ha raccontato Giovanni Frangi, che esporrà ben 7 opere frutto di questo lavoro di dialogo e incontro con Lotto.

Un racconto che è diventato anche un docufilm, a cui i visitatori della mostra assisteranno prima di poter contemplare le opere esposte. A realizzarlo un grande regista di film d’arte come Francesco Invernizzi: “Nel mio lavoro cerco di far emergere proprio il percorso di avvicinamento di Giovanni Frangi al Lotto. Un percorso fatto di analisi fotografiche, ingrandimenti, tentativi di comprensione, utilizzo di tecniche diverse ed esperimenti. Mi auguro che, grazie a questo filmato, i visitatori possano essere aiutati a leggere e riconoscere questo dialogo che attraversa i secoli”.

Ad aiutare gli stessi visitatori ad accostarsi per gradi all’evento e a poterne vivere in modo immersivo l’esperienza sarà l’allestimento studiato dallo Studio Melesi di Architettura: “Un percorso che è articolato su tre sale, attraverso le quali  i visitatori, in tutta sicurezza e con i distanziamenti previsti dalla normativa, verranno guidati dai ragazzi alla scoperta progressiva delle opere. Ogni sala non lascia trasparire quello che lo spettatore vivrà in quella successiva, creando un effetto di disvelamento progressivo, una percezione dello spazio che accompagnerà il visitatore a sentirsi protagonista, gradualmente “immerso” nel tema, in uno stato di “attesa” che precede la “scoperta” ha spiegato Giorgio Melesi.

“Kandinsky diceva che abbiamo bisogno dell’arte come del pane quotidiano. Ne sono convinta. E questo evento vuole essere un’occasione di vivere insieme e condividere l’attesa del Natale. Mai come oggi abbiamo bisogno di tornare a guardarci, incontrarci, parlarci, compiere gesti familiari. E la scelta di proporre questo evento nasce proprio da questa consapevolezza”, ha sottolineato Laura Polo d’Ambrosio, responsabile del progetto. “È una consapevolezza che emerge dagli stessi ragazzi, che hanno aderito in modo straordinario alla richiesta di mettersi nuovamente in gioco, come lo scorso anno, per condividere le emozioni e creare un dialogo con i visitatori. Ad oggi sono ben 260 ad aver dato la loro adesione: e molti di questi non hanno bisogno di svolgere ore di PCTO. Hanno l’esigenza di sentirsi vivi, di incontrare, di ripetere l’esperienza dello scorso anno. Un esperienza che quest’anno, come visto, si arricchisce di molti elementi, sia reali che virtuali. È il caso del sito che stiamo realizzando: un sito che si avvale del contributo di analisi e approfondimento di tre giovani studentesse del Master dei Servizi Educativi dell’Università Cattolica, che avrà una parte riservata ricca di contenuti dedicati ai diversi segmenti di pubblico”.

A Susanna De Maron, responsabile della segreteria organizzativa, il compito di sottolineare “la grande adesione anche di volontari, che saranno coinvolti nella gestione dell’accoglienza dei visitatori”. L’accesso avverrà prevalentemente su prenotazione, attraverso il sito, con slot da 6/8 persone per turno e visite da 45 minuti. Il costo del biglietto è stato tenuto, come lo scorso anno, a 2 euro e con numerose fasce d’esenzione.

Angela D’Arrigo, responsabile del crowfunding, ha infine ricordato il senso dell’iniziativa condotta in collaborazione con Fondazione Comunitaria del Lecchese, Fondazione Cariplo, Forfunding e Banca Intesa. “Ad oggi abbiamo già superato i 10 mila Euro di donazioni, e dunque siamo al 20% del nostro obiettivo di 50 mila Euro, raggiunto il quale Fondazione Cariplo raddoppierà quanto raccolto. È una grande occasione per tutti: abbiamo infatti previsto numerose possibilità di sostegno, da 5 euro in avanti; e, a seconda della donazione, abbiamo previsto anche differenti forme di ringraziamento. Può essere anche il modo attraverso il quale regalare ad amici, clienti, fornitori, dipendenti e collaboratori un momento d’arte, cultura e speranza”. 

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