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Si chiama Hallart ed è uno spazio espositivo permanente creato nella hall dell’ospedale Poma di Mantova. Ospiterà mostre a ciclo continuo che si alterneranno nel corso di tutto l’anno. È l’idea dell’area Ufficio Stampa e Comunicazione di Asst Mantova, nell’ambito del più ampio progetto Arte in ospedale, che dal 2009 diffonde la bellezza nei luoghi di cura, grazie a svariati interventi artistici nelle strutture aziendali.

La parola chiave è partecipazione. La comunità contribuisce infatti a costruire una sanità dal volto umano. Così Asst potrà scegliere di propria iniziativa le opere da esporre, ma offrirà anche l’opportunità agli artisti o ai fotografi di candidarsi, proponendo le loro opere per un’esposizione (le modalità di presentazione della propria candidatura sul sito www.asst-mantova.it, sezione Ufficio Stampa e Comunicazione). Un comitato istituito dall’azienda – composto da dipendenti e membri esterni appartenenti al mondo dell’arte – ne valuterà l’idoneità e il valore artistico. Sarà quindi programmato il calendario degli eventi.
“Si parte dal presupposto che l’arte possa alleviare le preoccupazioni, trasfigurare la sofferenza – spiega la responsabile dell’area Ufficio Stampa e Comunicazione Elena Miglioli – curare due volte: è terapeutica per chi cura e per chi è curato. Non parla solo al malato e ai suoi familiari, ma anche agli operatori. La bellezza genera benessere, familiarità, senso di accoglienza, desiderio di condivisione e quindi fiducia”.
Soddisfazione per il direttore generale Mara Azzi: “Vogliamo prendere in carico le persone a 360 gradi. La bellezza aiuta ad affrontare le cure con uno spirito diverso. Ho portato avanti progetti affini legati all’arte anche nella mia esperienza professionale precedente”.

La prima mostra avrà come protagoniste le fotografie scattate durante l’emergenza pandemica da Mario Fiorito, infermiere del reparto di Terapia Intensiva, Anestesia e Rianimazione di Mantova. Un omaggio a tutti gli operatori che si sono spesi e ancora si spendono per fronteggiare questa situazione. La mostra, dal titolo I LORO OCCHI, LE LORO MANI. La prima ondata Covid negli sguardi e nei gesti dei professionisti della Rianimazione, sarà visitabile fino all’11 febbraio.

L’infermiere-fotografo ha raccontato la verità della pandemia in oltre mille scatti: una settantina di colleghi incorniciati mentre si dedicavano spasmodicamente a malati stipati ovunque, “per fare memoria di un momento durissimo e straordinario, che resterà nella storia”: “Dopo un momento di imbarazzo iniziale, era la stessa équipe a chiedermi di catturare questo o quell’istante, mostrando il grande lavoro svolto per quello che era, senza aggiungere o togliere nulla. In quel frangente, è emerso il meglio delle persone, l’umanità che ci salva”.

Mario Fiorito, classe 1993, nasce e cresce a Catania dove studia infermieristica. Arriva a Mantova nel 2018 e presta servizio nel blocco operatorio del Poma. Nella primavera del 2020, viene reclutato in Terapia Intensiva Covid. Appassionato di fotografia dall’infanzia, si specializza durante gli anni universitari. Porta con sé sempre l’attrezzatura e immortala paesaggi, eventi, persone e dettagli. Ama catturare un momento e renderlo eterno. La sua arte ha regalato un ricordo indelebile di un periodo che nessuno vorrebbe rivivere, ma nemmeno dimenticare.

I pannelli fotografici saranno poi esposti in via definitiva nel reparto di Terapia Intensiva, Anestesia e Rianimazione.

I principali interventi artistici sono stati realizzati coinvolgendo gli studenti del liceo artistico Giulio Romano di Mantova, con la collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Brescia e di artisti affermati, il sostegno di partner privati e istituzionali.

“I lavori dei ragazzi – precisa Elena Miglioli – sono il frutto di una riflessione avvenuta nel corso di incontri di sensibilizzazione in classe tenuti dagli specialisti di Asst su tematiche specifiche: il fine vita, il dolore, lo stigma della malattia, l’alimentazione sana e corretta. Abbiamo voluto rendere gli studenti consapevoli di questi argomenti, in modo che la loro espressività partisse dalla realtà delle cure, dando loro la possibilità di integrarsi con gli operatori sanitari e anche di sperimentarsi a livello di esperienza concreta in percorsi di alternanza scuola-lavoro”.

Per ogni progetto sono state allestite mostre prima a scuola, poi nella hall dell’ospedale di Mantova. Successivamente le opere sono state utilizzate per decorare le strutture sanitarie.

I progetti più significativi:
2009 Hospice | Mettiamoci la faccia
2011 Neuropsichiatria Infantile | Fuori dall’ombra
2014 Pronto Soccorso | Dottorso
2018 Hospice | Concorso di idee per la decorazione del reparto
2018-2020 Mense ospedaliere | Chef in ospedale: Diamo gusto alla salute
2020 Chirurgia Senologica | Le donne dell’arte
2022 Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale | Ospedali dipinti

Il progetto più imponente è Wallart, partito nel 2012 e concluso del 2021. Ha visto impegnati gli studenti del Liceo artistico Giulio Romano, del Liceo artistico Dal Prato di Guidizzolo e dell’Accademia di Belle Arti di Brescia – coordinati da popolari street artists – nella realizzazione di un’opera lunga 295 metri, sul muro che costeggia il parcheggio dell’ospedale di Mantova.

Sono stati rappresentati: i volti dei Nobel italiani Mario Capecchi, Rita Levi Montalcini, Renato Dulbecco e Salvador Luria, tratteggiati dal collettivo artistico Orticanoodles; una frenetica Mantova, con alcuni dei suoi personaggi storici e degli scorci più suggestivi, secondo la visione di Cristian Sonda; gli artisti mantovani nei secoli, pensati da Davide Tolasi.

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