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La Galleria Bonioni Arte di Reggio Emilia presenta, dal 1 ottobre al 13 novembre 2022, la mostra personale dell’artista e ceramista romagnolo Luca Freschi, “Tra perdita e rinascita”. Curata da Giovanni Gardini, l’esposizione sarà inaugurata sabato 1 ottobre, alle ore 18.00.

La mostra costituisce il coronamento di una collaborazione avviata nel 2015, che ha visto il coinvolgimento dell’artista in diverse collettive, progetti istituzionali e fiere d’arte. «L’attività della nostra Galleria, spiega Federico Bonioni, presenta due anime: da un lato lo storicizzato, curato prevalentemente da mio padre Ivano Bonioni; dall’altro gli artisti del presente, che seguo personalmente, cercando di studiare il passato e mantenere uno sguardo aperto al futuro».

Il percorso espositivo comprende una trentina di opere, tutte realizzate dal 2017 ad oggi, secondo una tecnica originale che associa l’uso della terracotta ceramica dipinta ad objets trouvés, legno e plexiglass. Tra i lavori principali, si segnalano i “Pavimenti d’ombre”, resti di banchetti che costituiscono una tragica testimonianza di un mondo attonito, smarrito e immobile, e i “Pavimenti” neri, inghiottiti nel buio e ricoperti da un manto spesso color petrolio. Sono inoltre esposte le “Cariatidi”, moderni obelischi regolati dalla tecnica dell’accumulo, che non sfuggono al tema della vanitas, e gli inediti “Breviari”, nei quali il linguaggio si fa più rarefatto ed essenziale.

«Luca Freschi – si legge nel testo critico di Giovanni Gardini – è un artista instancabile. Varcare la porta del suo studio/laboratorio significa entrare in una dimensione in cui il mestiere dell’arte è esperienza creativa quotidiana, lavoro indefesso in cui nulla è lasciato all’improvvisazione. Accanto ad opere finite altre sono in lavorazione, in un continuo ed inarrestabile processo di sperimentazione verso soluzioni sempre nuove. Le sue sculture nascono per giustapposizione, da un sapiente esercizio in cui forme e cromie trovano nel loro equilibrio una piena realizzazione. Non c’è opera che si sottragga a questa regola ferrea in cui le singole scelte compositive sono quanto mai decisive ed esigenti. Nelle opere di Freschi più tempi coesistono insieme, quello della distruzione, che può assumere i toni della catastrofe, e quello dell’immobilità, dove lo sguardo è chiamato a contemplare le rovine e a soffermarsi con particolare attenzione sui singoli frammenti sapientemente assemblati».

Un vocabolario iconografico, quello di Luca Freschi, che accoglie continuamente nuovi oggetti, il più delle volte appartenenti alla quotidianità, ma che, allo stesso tempo, è segnato da alcune persistenze che ne costituiscono la cifra stilistica: la pipa di magrittiana memoria, la banana pop ispirata a Wharol e le forbici da sarto legate all’immaginario personale dell’artista.

Luca Freschi è nato a Forlimpopoli (FC) nel 1982. Si è laureato presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, sezione Pittura. In questi anni di lavoro ha intrapreso una ricerca basata sull’alterità della figura umana, sulla memoria personale e collettiva tramite l’utilizzo della tecnica del calco. Ha partecipato a varie esposizioni collettive e personali in Italia e in Europa, tra le quali si segnalano: “51° edizione del Premio Campigna”, presso la Galleria d’Arte Contemporanea Vero Stoppioni di S. Sofia (FC) e “Open 12, Esposizione Internazionale di Sculture” ed installazioni presso l’Isola di S. Servolo di Venezia nel 2009; nel 2011 vince la prima edizione del “Premio OPERA”, presso la Biblioteca Oriani di Ravenna. Fra le recenti mostre personali si ricordano: “Vanitas, AimoRoom”, Lugano, Svizzera; “Frammenti”, MAF di Forlimpopoli (FC); “Archetipi del contemporaneo”, UMA Gallery, Novara nel 2022; nel 2019 “Nec spe nec metu”, Palazzo del Monte di Pietà, Forlì; nel 2018 “Rust Never Sleeps”, Zeit Gallery Pietrasanta; “Out of Memory”, “Art & Space Gallery”, presso il Mandarin Oriental Hotel, Monaco di Baviera; “Surgery”, Debaser Gallery, Pietrasanta (LU) nel 2017; “Volatili apparenze”, presso il Museo Nazionale Etrusco di Marzabotto (BO) e “Lacrimae Rerum”, presso la Galleria dell’Immagine di Rimini nel 2014; “Simplify and Disobey”, Galleria Stefano Forni di Bologna nel 2013. Fra le collettive: “Border Line Art Festival”, Palazzo dei Musei, Varallo (VR); “Ultraromanticismo”, Rocca di Vignola (MO) nel 2022; “Cuatro Series”, Galeria Lucia Duenas, Oviedo, 2021; “Nature inquiete”, Monastero di Camaldoli (AR) nel 2021; Chiesa di Santa Maria dell’Angelo, Faenza nel 2020; “Nella mente di chi guarda”, Chiesa di San Giovanni Battista, Modena nel 2019; “Fragilis Mortalitas”, Casa Serra, Cesena (FC) e “Italy Korea, Art & Culture – Acknowledging the Differences”, Museo Nazionale di Ravenna nel 2018; “Dialoghi paralleli”, presso la Galleria Lara e Rino Costa, Valenza (AL) e “La scultura è una cosa seria”, Galleria Bonioni Arte, Reggio Emilia nel 2016; “Arte dal Vero”, Centro Gianni Isola di Imola (BO) nel 2015; “Martyrium”, presso il M.E.A.M di Barcellona e la “Biennal Internacional d’Art” presso la Pobla de Segur, Lleida nel 2014. Nel 2020 viene invitato al MAC di Lissone con la sua Installazione “Asàratos òikos”, sempre nello stesso anno il suo progetto “Cariatidi” viene ospitato presso il Museo Ebraico di Bologna e alla “6° Biennale del Mosaico Contemporaneo” presso il Museo Nazionale di Ravenna nel 2019, nel 2017 viene invitato in Corea alla “Gyeonggi International Ceramic Biennale” e nel 2015 viene selezionato come finalista al “59° Premio Internazionale della Ceramica di Faenza”. Alcune delle sue opere sono state vincitrici di premi nazionali e acquisite in collezioni pubbliche italiane e spagnole. Attualmente collabora con importanti gallerie italiane e europee. Vive e lavora a Meldola (FC).

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