Phillip Toledano. Another America
Tallulah Studio Art, in collaborazione con Fabbrica Eos, presenta la prima mostra personale a Milano di Phillip Toledano, Another America.
Classe 1968, Toledano, londinese di nascita e newyorkese di adozione, è riconosciuto come uno degli artisti visivi più innovativi e apprezzati nel panorama internazionale. Con nove progetti all’attivo, tra cui When I Was Six, Days With My Father, e Another Kind Of Beauty, nel progetto raccolto nel libro Another America, pubblicato dalla casa editrice L’Artiere nel 2024, l’artistasfida la tradizionale percezione della fotografia come mezzo di verità, attraverso immagini generate dall’intelligenza artificiale, accompagnate da racconti dello scrittore John Keeney.
L’ambientazione delle opere di Toledano richiama l’immaginario degli Stati Uniti degli anni ’40 e ’50 perché la fotografia di quell’epoca era il linguaggio della verità, del fotogiornalismo di Robert Capa e dei grandi maestri della fotografia. Le immagini in mostra presentano situazioni bizzarre e al limite dell’assurdo: dalle sigarette che si espirano dal retro della testa, alle teste che prendono fuoco, passando per meduse volanti create dall’inquinamento nella metropoli fino agli animali che accudiscono orfani per le strade di NewYork. Queste rappresentazioni, sebbene familiari, destabilizzano la percezione del reale. Come afferma l’artista: “L’arrivo dell’intelligenza artificiale ha avuto come conseguenza che ogni bugia può avere ora una prova visiva convincente”, mettendo in luce la sottile linea tra realtà e finzione e dimostrando il potere della fotografia di influenzare la memoria collettiva.
Il libro si apre con una riflessione sulla verità in America: – “La verità in America è andata lentamente morendo nell’ultimo decennio”, descrivendo un paese consumato dalle teorie del complotto, dove i fatti e la storia sono diventati delle scelte personali. Con l’intelligenza artificiale, è possibile creare prove visive per sostenere qualsiasi teoria, trasformando la menzogna in qualcosa di apparentemente reale.
Per milioni di persone, i fatti sono una scelta. L’arrivo dell’Intelligenza Artificiale è la fase successiva nella scomparsa della verità. Possiamo ricreare il mondo come non è mai stato. Per ogni teoria del complotto può esserci una prova visiva. Another America prende questa idea e crea una storia che non è mai esistita. È successo davvero? È questa la vera storia? Le immagini sono allo stesso tempo familiari e strane, proprio come il mondo in cui viviamo”.
“Ho realizzato una piccola serie sull’idea E se Donald Trump fosse nato come una persona della classe media a New York, come sarebbe la sua vita? Questo mi ha aperto gli occhi sulla capacità dell’Intelligenza Artificiale di ricreare e reinventare la storia, che culturalmente è il punto in cui ci troviamo negli Stati Uniti in questo momento.” – Testo tratto dall’intervista di Rebecca Delmenico a Phillip Toledano, 2024.
L’artista definisce il suo lavoro come una forma di surrealismo storico, utilizzando l’intelligenza artificiale re-immagina la storia in modo che ci faccia dubitare di ciò che è reale. Creare una storia alternativa dell’America attraverso immagini plausibili collocate negli anni Quaranta è una delle modalità con cui esplora questo tema.
Guardando al futuro, Toledano riflette sul ruolo crescente dell’Intelligenza Artificiale nell’arte e nella fotografia. Come accadde con l’avvento della fotografia nel XIX secolo, anche l’AI rappresenta una nuova frontiera che alcuni artisti sapranno sfruttare con maestria. L’artista si interroga su come la fotografia potrebbe evolversi in risposta alle capacità dell’AI, suggerendo che potremmo assistere a un movimento artistico analogo all’Impressionismo, nato come risposta al realismo fotografico.
Phillip Toledano, con Another America, ci offre uno sguardo provocatorio su come l’Intelligenza Artificiale possa trasformare la nostra comprensione della storia e della verità visiva. Il suo lavoro ci invita a riflettere su come la tecnologia stia ridefinendo i confini tra realtà e finzione, ponendo nuove domande sul futuro dell’arte e della cultura visiva.