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Isorropia Homegallery e Signature by Regus annunciano la mostra di Luca Zarattini, al 6° piano di Signature Duomo, via San Raffaele, 1 Milano.  

L’iniziativa fa parte di un approccio culturale che si sviluppa all’interno degli spazi di lavoro come valore aggiunto al vivere quotidiano. Porte aperte all’arte e alla cultura per creare un dialogo multidisciplinare a sostegno della crescita di persone e imprese.

L’incontro è una ricostruzione delle forze del mar Mediterraneo. Bacino a cui Zarattini è particolarmente legato, le sue 23 opere di cui due sculture cercano di sviscerare, disseminare il significato della realtà lagunare attraverso la ricostruzione delle sensazioni corporee che si scatenano quando il corpo incontra diversi elementi.

Cosa significa galleggiare? Per poter galleggiare bisogna immergersi e poi risalire ci ricorda l’artista. Tale sensazione è la metafora che sta dietro la ricerca pittorica di Luca Zarattini, la conseguenza è un cortocircuito visivo, tragico, gioioso, delicato e sensuale; meticciato come l’intreccio delle relazioni che hanno plasmato e che plasmano la gente del mediterraneo.

Il processo artistico è delineato dalla tensione data dallo smembramento, la frantumazione di brandelli di carta, fotografie, disegni e immagini, che divengono anonimi frammenti, un conglomerato che diviene dotato di significato nella sovrapposizione e grazie all’intervento pittorico. La fase dello smembramento rimanda all’immersione dentro l’acqua dove la sensazione di smarrimento è forza per ritornare a galla. Il galleggiamento porta ricostruzione e l’intervento pittorico, diviene portatore di senso, i frammenti riacquistano significato, tornano visibili nella sua forma come il nostro corpo ritorna in superficie riacquistando il peso della materia.

La pittura diviene un composto di materia viva, che crea mondi possibili dominati dall’interferenza, dal rumore, da una vitale disfunzione visiva fatta di vortici cromatici in cui il frammento acquista valore per il suo essere principale detonatore di energie.

Anche il frammento sepolto rimane, scavando sulla superficie può ritornare visibile seppur parzialmente. Ogni pezzo ha la sua materia e importanza che crea senso e delucidazione. 

La maggior parte delle opere sembrano appartenere a un luogo dove l’ora non è definita. Appaiono universali, atemporali, contenenti passato e presente, ordine e caos, tradizione e contemporaneità, svelando i lati privati e animaleschi della pratica pittorica e del nostro essere umano.

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