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«La street art è un tipo di arte davvero universale che si può trovare dappertutto e il cui posto nel mercato dell’arte sta evolvendo molto velocemente» osserva thierry Ehrmann, presidente e fondatore di Artmarket.com e del suo dipartimento Artprice. «È un mercato che ha impiegato 15 anni per consolidarsi e ora sta finalmente raggiungendo la sua maturità. Oggi rappresenta un segmento a sé stante, con le sue proprie star e i suoi propri capolavori… ma anche con numerose edizioni, alcune più importanti o più accessibili di altre».

La street art è per natura un’opera creata in un contesto urbano. Non appena lascia la strada per essere esposta in una galleria o scambiata in una sala d’asta, necessariamente perde buona parte della sua essenza. Ciò non toglie che esista un vero e proprio mercato, anche molto dinamico, della street art.

Lo sviluppo del mercato della street art sembra aver attinto molto da una serie di altre correnti artistiche relativamente recenti.  Gli street artist possono tenere traccia dei loro interventi in luoghi pubblici grazie alla fotografia, possono anche realizzare piccole opere, disegni o serigrafie basandosi su creazioni di strada originali, oppure possono creare un secondo corpus di dipinti e sculture originali accanto all’opera realizzata all’aperto. Tutte queste “derivazioni” stanno attualmente passando di mano e molte finiscono nelle sale d’asta, andando a costituire un vero e proprio “deep market”.

Jean-Michel Basquiat ha lasciato il suo segno nelle strade di New York nei primi anni ’80, ma è rimasto uno street artist per tutta la sua (breve) vita? I suoi dipinti e disegni fanno ancora parte dell’arte urbana? Nel 2019, le opere di Jean-Michel Basquiat hanno generato 130 milioni di dollari nel mercato secondario e quelle di Keith Haring 42 milioni. Questi due grandi artisti contemporanei vengono in genere associati alla street art, ma in realtà non sono catalogati come tali.

Un’ambiguità di questo genere sembra riguardare anche il più recente mega-fenomeno Kaws che nel corso della sua carriera si è a poco a poco allontanato dalla sua iniziale pratica della street art. I suoi dipinti e le sue sculture, messi in vendita dalle più grandi gallerie d’arte contemporanea, hanno sedotto un vasto mercato internazionale, specialmente in Asia.

Controcorrente, anche se un po’ ironicamente, troviamo ovviamente l’artista anonimo Banksy che mantiene volutamente la propria presenza negli spazi urbani in giro per il mondo.

Nessuno incarna la rapida evoluzione del mercato della street art meglio di Banksy e del suo curriculum di vendite. In Banksy, la corrente della street art ha senza dubbio trovato la sua figura di spicco e in seguito al “fenomeno Banksy” è emerso un intero mercato con tre nomi divenuti imprescindibili: l’artista francese Invader, l’inglese Stik e l’americano Obey, il quale, da solo, nel 2019 ha venduto all’asta oltre 700 lotti.

Ci sono altri street artist che generano diverse decine di migliaia di dollari ogni anno, ma il mercato della maggior parte degli street artist resta ancora fragile. Ciò vale anche per artisti relativamente affermati come Ernest Pignon-Ernest, il cui fatturato registra solitamente una media di 50.000 dollari all’anno.

Nel febbraio del 2008, Bonhams ha organizzato a Londra la prima vendita all’asta dedicata alla street art. Poco dopo, anche Phillips ha proposto una sessione per l’arte contemporanea e urbana. Ma la crisi dei subprime e le sue ripercussioni hanno fermato la crescita di queste sessioni, abbandonate da Phillips nel 2009 e da Bonhams nel 2013.

Anche Artcurial aveva iniziato le sue vendite dedicate all’arte urbana nel 2008, senza mai abbandonarle.  Oggi la prima casa d’aste francese, che nel 2019 ha organizzato quattro sessioni di street art, domina chiaramente questo mercato di nicchia. Nel 2009, le vendite dedicate alla street art hanno generato 10 milioni di dollari da 3.000 lotti nelle varie aste sparse tra Europa e Stati Uniti.  Digard e Cornette de Saint-Cyr a Parigi, Tate Ward a Londra, Heritage a Dallas a Julien a Los Angeles.

Christie’s e Sotheby’s preferiscono includere opere di street art nei loro cataloghi, soprattutto quelli delle aste più prestigiose. Nel luglio 2020, Sotheby’s ha venduto il trittico Mediterranean Sea View di Banksy per 2,9 milioni di dollari in un’asta straordinaria intitolata Rembrandt to Richter. Circondata da artisti così autorevoli, era destino che l’opera di Banksy strappasse un’offerta tanto elevata.

Inoltre, dopo l’autodistruzione nel 2018 del suo quadro Girl with Balloon, la vendita di qualsiasi opera di Banksy in un’asta dal vivo ha destato sempre molto interesse. Nel febbraio del 2020, presso Artcurial, la fotografia Raising the steaks, realizzata da Steve Lazarides ma incorniciata dallo stesso Banksy, ha raggiunto gli 84.500 dollari. Non si poteva escludere che Banksy avesse nascosto un’altra sorpresa all’interno dell’opera, debitamente accompagnata dalla sua PEST Control. 

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