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In occasione del centenario dalla scomparsa di Giacomo Puccini, Corrado Veneziano presenta il suo ultimo lavoro dedicato espressamente al musicista lucchese. Il ciclo di opere ad olio, dal titolo Visse d’arte farà parte di un percorso espositivo in programma al Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma dal 19 aprile al 23 giugno, sotto la curatela di Francesca Barbi Marinetti, Cinzia Guido e Sonia Martone.

Un omaggio personale molto sentito dal poliedrico artista che della drammaturgia pucciniana, attraverso la pittura, mira ad esaltare del compositore la forte tensione figurativa, in un dialogo con le note del pentagramma, evocando luoghi e personaggi dei suoi capolavori assoluti, tra cui Tosca, Turandot, Manon, Suor Angelica, La Fanciulla del West, Madama Butterfly.

“Dotato di una straordinaria cultura tecnica – afferma Veneziano – Puccini ha anche trasformato, talvolta cancellato e riscritto, passaggi delle opere dei librettisti con cui ha collaborato. E in tutto ciò è riuscito a restituire – nella complessa dialettica che da sempre lega la musica alle parole – un significato omogeneo e una comunicazione visiva di rara potenza.  Le sue opere si affermano come capolavori melodici squisitamente musicali, ma diventano anche simboli evocativi su cui si fonda una parte preziosa dell’immaginario contemporaneo.”

Dei venticinque dipinti in mostra realizzati da Veneziano, dodici di essi richiamano l’intero repertorio operistico pucciniano: con le linee orizzontali parallele tra loro che ricordano spartiti e righe musicali. Tali partiture aeree e pittoriche appaiono separate tra loro da diversi intervalli visivi: corde, fili, rami, scale, onde del mare (e altro ancora) che diventano elementi leggeri ed eterei, quasi desemantizzati e allo stesso tempo orgogliosamente portatori della suggestione primaria di Puccini. Alle opere ispirate ai classici della lirica, se ne aggiungono altre tre: L’Antilisca, un animale immaginario, un pericoloso ma seducente “uccello femminile” che spesso Puccini evocava al fine di spaventare scherzosamente i suoi amici, nella tenuta di Torre del Lago; l’Incipit del Vecchio Testamento, un libro che Puccini “non si stancava mai di leggere e di consigliare” ai suoi conoscenti; una citazione visiva di Paolo e Francesca, ispirata alla Divina Commedia del suo amatissimo Dante Alighieri: un episodio le cui parole Puccini cercò di inserire nel libretto della Fanciulla del West, affinché fosse cantato dalla protagonista.

Nel corso delle prossime settimane, sempre all’interno della prestigiosa cornice museale, saranno inoltre ospitati una serie di concerti ed eventi a tema, aperti al pubblico, ulteriore occasione per ricordare questo significativo anniversario pucciniano e farlo in questo luogo congeniale, che celebra la musica e la evoca attraverso i mezzi che ne permettono l’espressione. Il Museo, infatti, è nato grazie al lascito della importante collezione di strumenti musicali del tenore Gennaro Evangelista Gorga, che dedicò la quasi totalità del suo patrimonio e della vita al collezionismo, rinunciando ad una carriera lirica fulgida e promettente, legata in modo indissolubile a Puccini: Gorga fu non a caso il Rodolfo della prima de La Bohème, opera con cui concluse la sua carriera. Si è scelto, in tal ambito, di porre le opere di Veneziano in diretto dialogo con gli strumenti musicali esposti nel Museo, quasi a indicare un doppio filo narrativo lungo il quale si inserisce lo stesso Evan Gorga.

La mostra Visse d’arte gode del riconoscimento del Comitato Nazionale per le celebrazioni pucciniane, “Puccini100”.

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